Nel 2024 il nostro paese ha raggiunto una capacità totale di 9,62 GWh: bene il settore C&I, mentre calano le soluzioni inferiori ai 50 kWh
(di Maria Carla Rota)
Derivando da fonti per loro natura intermittenti, come il sole e il vento, le energie rinnovabili sono a loro volta caratterizzate da una certa discontinuità: per questo motivo è fondamentale l’installazione, oltre a impianti di produzione, anche di sistemi di stoccaggio, in grado di bilanciare i picchi e le carenze di fornitura.
In Italia, al termine del primo semestre 2024, sono 650.007 quelli connessi, che offrono una potenza totale pari a 4,50 GW e una capacità complessiva di 9,62 GWh. Un mercato in evoluzione, in cui aumentano le soluzioni stand-alone, mentre a livello di settore cresce il commerciale e industriale (C&I) e calano i sistemi sotto i 50 kWh, tipici del residenziale, come conseguenza della fine del Superbonus 110%.
Differenza tra impianti stand-alone e grid-connected
I sistemi di accumulo sono costituiti da un insieme di accumulatori o batterie che immagazzinano l’energia non immediatamente consumata: possono essere grid-connected oppure stand-alone, detti anche “a isola” o “off grid”. I primi sono connessi alla rete elettrica nazionale, con cui scambiano energia, cedendola in caso di surplus e prelevandola in caso di bisogno.
Gli impianti stand-alone, invece, non sono collegati alla rete elettrica nazionale. L’energia accumulata in loco viene impiegata nelle ore di scarso irraggiamento in modo autonomo e indipendente. Una soluzione che, grazie alla diminuzione dei costi dei componenti e alla diffusione della tecnologia al litio, sta diventando sempre più competitiva. Se ne trovano di diverse dimensioni e tipologie, da scegliere in base alle proprie esigenze, affidandosi a società esperte e competenti come il Gruppo Innovatec, in grado di definire un progetto dettagliato che consideri tutte le variabili in ingresso (irraggiamento, orientamento, inclinazione, etc.) e in uscita (prelievo dei carichi utente, tempo di utilizzazione, etc.).
Esiste poi anche un’opzione ibrida, che alla modalità stand alone abbina la possibilità di attingere alla rete elettrica nazionale solo in caso di bisogno, senza obblighi o autorizzazioni.
Sistemi di accumulo, tipologia e distribuzione geografica
La larga maggioranza (83%) della capacità totale connessa al 30 giugno 2024, come emerge dai dati elaborati da Italia Solare su segnalazione di Terna, è attribuibile ad accumuli associati a impianti fotovoltaici, soprattutto con capacità inferiore a 50 kWh (82%). Una quota pari a 1,53 GWh (466 MW) della restante capacità è imputabile a 15 accumuli stand-alone, a cui si affiancano gli accumuli associati a impianti termoelettrici ed eolici, rispettivamente per 56 MWh (68 MW per 10 impianti) e 2 MWh (2 MW per 2 impianti).
Per quanto riguarda la distribuzione geografica, considerando solo gli accumuli associati a impianti fotovoltaici, cinque regioni si dividono oltre il 55% della capacità connessa: prima la Lombardia (1.454 MWh), seguita da Veneto (1.081 MWh), Emilia-Romagna (749 MWh), Lazio (577 MWh) e Piemonte (568 MWh). La capacità di accumulo stand-alone si concentra principalmente al Nord, con 8 connessioni per un totale di 1.456 MWh (95%), ma interessa anche varie regioni del Centro e del Sud.
Novità 2024: il 39% della capacità da stoccaggi stand-alone
Analizzando solo il primo semestre 2024, i nuovi sistemi di accumulo in Italia sono stati 126.916, con una potenza complessiva di 1,05 GW e una capacità di 2,63 GWh. Di quest’ultima, il 58% (1,55 GWh) è attribuibile ad accumuli con capacità inferiore a 50 kWh, mentre il 2% (48 MWh) deriva da sistemi oltre 50 kWh, sempre associati a impianti fotovoltaici. Il trend emergente, invece, riguarda 6 stoccaggi stand-alone a cui è attribuibile il 39% (1,04 GWh) della capacità complessiva nazionale, con il 31% che deriva da un unico impianto da 805 MWh (200 MW) in provincia di Udine.
Facendo poi un confronto trimestrale, si nota per la prima volta nell’ultimo anno una diminuzione della capacità connessa relativa ad accumuli inferiore a 50 kWh associati a impianti fotovoltaici. Un calo non trascurabile, pari a -30% fra il primo e il secondo trimestre 2024, dovuto all’impatto negativo sul settore residenziale della fine del Superbonus 110% e del blocco della cessione del credito.
Al contrario, gli accumuli con capacità superiore a 50 kWh associati a impianti fotovoltaici, classificabili come C&I (commerciale e industriale), aumentano del 27% fra l’ultimo trimestre del 2023 e il primo del 2024 e poi del 118% nel secondo trimestre del 2024. Se la capacità cumulata rimane ancora piuttosto bassa (108 MWh), è anche vero che il 44% di quest’ultima, ovvero 48 MWh, è stata connessa nei primi sei mesi del 2024, segno che il settore ha iniziato a crescere velocemente.