C’è tempo fino a settembre 2025 per chiedere incentivi alla sostituzione di impianti inquinanti con sistemi a basse emissioni
(di Simone Fant)
Dal 23 luglio è aperto il nuovo bando di Regione Lombardia che incentiva la sostituzione degli impianti di riscaldamento inquinanti con impianti a biomassa a basse emissioni. Dei 23 milioni stanziati per il bando, 20 milioni sono destinati ai cittadini, 1 milione a micro, piccole e medie imprese e 2 milioni ai condomini. La misura supporta la sostituzione di impianti di riscaldamento obsoleti fino a 500 kW con sistemi a biomassa legnosa a bassissime emissioni o con combustibili diversi. L'obiettivo che ha spinto la Regione a intervenire è da una parte il miglioramento della qualità dell’aria e dall'altra la valorizzazione delle risorse energetiche rinnovabili.
I requisiti degli impianti oggetto di contributo si differenziano in base all’altitudine del Comune in cui verrà sostituito l’impianto. Fra le spese ammissibili ci sono fornitura, trasporto e posa in opera di tutte le apparecchiature, lo smontaggio e le dismissioni dell’impianto esistente, opere idrauliche e murarie necessarie per la sostituzione, sistemi di captazione e prestazioni professionali connesse alla realizzazione degli interventi. Ciascun cittadino può presentare domanda di contributo per la sostituzione di massimo 5 impianti, mentre non ci sono limiti per gli amministratori di condominio. Per presentare la domanda di partecipazione c’è tempo fino al 15 settembre 2025.
Con questa iniziativa Regione Lombardia ha voluto dare un sostegno concreto per il contrasto alla povertà energetica, in particolare nei territori montani, i più interessati dal problema. Soprattutto vista la mancanza di infrastrutture energetiche in alcuni comuni di montagna.
Cosa sono gli impianti di riscaldamento a biomassa
Il principio di funzionamento di un impianto di riscaldamento a biomassa è pressoché identico a quello di una comune caldaia a gas. A cambiare è solo la tipologia di combustibile utilizzato per la produzione dell’energia termica impiegata per il riscaldamento dell’acqua che circola all’interno dell’impianto.
La biomassa è alimentata tramite un sistema automatico che la brucia, generando calore che viene trasferito successivamente a un circuito di riscaldamento. Tale circuito distribuisce poi il calore in tutto l’edificio. In determinati contesti, l’energia prodotta dalla caldaia può essere impiegata anche per generare energia elettrica mediante una turbina. Le caldaie a biomassa si differenziano principalmente in base al tipo di combustibile utilizzato: esistono caldaie a pellet, a cippato, a legna ecc.
Rispetto ai sistemi tradizionali a gas metano e a gasolio, un impianto a biomassa consente risparmi fra il 20% e il 50%. I vantaggi non sono solo economici ma anche ambientali. Infatti caldaie efficienti (a 4/5 stelle) hanno un rendimento minimo di combustione elevato ed emissioni di particolato atmosferico, monossido di carbonio e ossidi di azoto tendenzialmente ridotte. Inoltre l’impiego di combustibili rinnovabili contribuisce a ridurre la dipendenza da fonti fossili come il petrolio, il carbone e il gas naturale.
Tuttavia per quel che riguarda le performance ambientali ci sono comunque degli ampi margini di miglioramento. Uno studio dell’Arpa Emilia-Romagna aveva stimato che nel 2018 nella regione il 45% dell’ossido di carbonio, il 29% dei composti organici e il 39% dei Pm10 nell’aria proveniva dalla combustione di legna. Per la Lombardia le percentuali degli stessi inquinanti derivati dalla legna sul totale erano 37,6 e 51%. Secondo l’ENEA per risolvere il problema dell’inquinamento atmosferico nei grandi centri urbani non ci si può limitare solo a ridurre l’impatto del traffico, ma occorre limitare anche l’uso inefficiente e inquinante delle caldaie a legna più obsolete.
Gli incentivi alle biomasse
Nel settore del riscaldamento, l’energia da biomassa in Italia è sostenuta principalmente attraverso il Conto Termico, introdotto nel 2013, che fornisce sostegno finanziario per la costruzione di sistemi di riscaldamento rinnovabili e miglioramenti dell’efficienza energetica negli edifici pubblici e privati .
Gli individui o le imprese che passano ai sistemi di riscaldamento a biomassa hanno inoltre diritto a ricevere una detrazione fiscale personale o aziendale del 55% ripartita su 10 anni per le spese sostenute a seguito dell'aggiornamento. Nel 2016, il governo italiano ha emanato un decreto che definisce i tipi di biomassa cui sono limitate le tariffe incentivanti. Il decreto comprende rifiuti e residui agricoli, zootecnici e sottoprodotti derivanti dalla gestione forestale e dalla lavorazione dei prodotti forestali.