
Il mercato delle tecnologie “pulite” triplicherà entro il 2035. L’Italia tra i leader europei
Il settore cleantech, ovvero l’insieme delle tecnologie che riducono l’impatto ambientale dei processi produttivi e dei consumi energetici, è destinato a diventare uno dei principali protagonisti della trasformazione economica e industriale globale. Secondo l’International Energy Agency (IEA), nei prossimi dieci anni questo mercato triplicherà il suo valore, passando da 700 miliardi di dollari nel 2023 a oltre 2.000 miliardi nel 2035, con un aumento del 185%.
Una crescita trainata dall’urgenza di contrastare il cambiamento climatico, ma anche da un’evoluzione normativa, tecnologica e sociale che rende oggi le soluzioni cleantech più efficienti, competitive e richieste. In questo scenario in rapida espansione, anche l’Italia si conferma un attore chiave in Europa.
Cleantech: una leva strategica per la transizione energetica
L’aumento della domanda globale di tecnologie “pulite” risponde a una doppia necessità: ridurre le emissioni di gas serra e garantire la sicurezza energetica in un contesto geopolitico sempre più complesso. I governi e le organizzazioni internazionali stanno fissando obiettivi ambiziosi per la decarbonizzazione e l’adozione delle energie rinnovabili, creando così un quadro normativo favorevole allo sviluppo delle tecnologie a basso impatto.
Parallelamente, i progressi tecnologici stanno abbattendo le barriere economiche: molte soluzioni cleantech sono oggi più accessibili e performanti rispetto ai tradizionali combustibili fossili. Dall’energia solare ai sistemi di stoccaggio, dai trasporti elettrici all’efficienza industriale, il mercato offre una gamma sempre più ampia di tecnologie applicabili a tutti i settori.
Un mercato globale in forte espansione
Il report IEA segnala che anche il commercio internazionale di tecnologie green è destinato a crescere in modo esponenziale. Entro il 2035, il suo valore raggiungerà i 575 miliardi di dollari, superando di oltre il 50% quello attuale del gas naturale.
Questa dinamica è sostenuta da incentivi pubblici e investimenti privati: crediti d’imposta, sussidi e fondi per la transizione energetica stimolano lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie pulite, rendendo il cleantech un’opportunità concreta anche per le imprese. A trarne vantaggio sono soprattutto i Paesi che hanno saputo anticipare la trasformazione energetica, come Cina, Stati Uniti e Unione Europea, seguiti più recentemente anche dall’India.
Il ruolo dell’Italia nel panorama europeo
All’interno del contesto europeo, l’Italia si distingue come uno dei Paesi leader nel cleantech, in particolare nel settore delle rinnovabili integrate negli edifici. Secondo il rapporto The State of the Energy Union 2024 della Commissione Europea, il 22% del fotovoltaico installato sugli edifici europei proviene dall’Italia, che si colloca tra i primi due maggiori produttori UE di pannelli, moduli e lamine fotovoltaiche.
Un primato che riflette la capacità del sistema produttivo italiano di investire in innovazione sostenibile, favorendo la diffusione delle tecnologie green su scala industriale e residenziale. Un segnale positivo anche per il tessuto economico nazionale, in cui le imprese possono oggi giocare un ruolo attivo nella decarbonizzazione dell’economia.
Perché investire oggi nelle tecnologie cleantech
Adottare soluzioni cleantech non è solo una scelta ambientale, ma una strategia di competitività a lungo termine. La crescente domanda di prodotti sostenibili da parte dei consumatori, unita alla pressione normativa e alla disponibilità di strumenti finanziari dedicati, rende oggi il cleantech una leva concreta per la crescita, l’efficienza e la resilienza delle imprese.
Per le aziende, investire in tecnologie pulite significa: migliorare le performance ambientali e ridurre i costi energetici; rispondere in modo proattivo agli standard ESG (Environmental, Social and Governance); accedere a nuove opportunità di mercato e partnership strategiche; contribuire attivamente agli obiettivi climatici nazionali ed europei.